L’arte che cura: Korian e il coraggio di raccontare la lotta contro la violenza di genere

Le vittime di violenza spesso si trovano a vivere in una condizione di grande sofferenza e confusione, in cui le emozioni più profonde restano inespresse. Il dolore può assumere tante forme, come la paura, il senso di impotenza o la difficoltà di esprimersi. È in questo spazio fragile che l’arte può diventare strumento potente: un mezzo per raccontarsi, per trasformare il dolore in forza, per ritrovare la propria voce. Korian, da sempre impegnata nel prendersi cura delle persone, ha scelto di affiancare alla cura sanitaria e assistenziale anche un’azione culturale e sociale concreta contro la violenza di genere.
Komal: il coraggio di rinascere
Uno dei volti di questo impegno è Komal, una giovane donna che ha trasformato una drammatica vicenda personale in una potente storia di rinascita. A seguito di un tragico episodio che l’ha sfigurata parzialmente in volto e su buona parte del corpo con gravi ustioni, ha intrapreso un lungo percorso di cura e riabilitazione, dentro e fuori. Grazie anche all’incontro con Catia Piantoni, Presidente del Korian Women’s Club, Komal ha trovato una nuova strada ha deciso di affrontare la vita da protagonista e non da vittima, dimostrando che è possibile ricominciare ed essere felici malgrado tutto.
“Inno a Venere”: l’opera simbolo del riscatto
La sua storia ha ispirato l’artista Patrizia Fratus, che le ha dedicato l’opera “Inno a Venere”. L’opera, che sarà esposta nella sede del Gruppo come simbolo di rinascita e speranza, raffigura una “Eva contemporanea” coperta di cicatrici d’oro, visibili, ricamate sulla tela con foglia dorata: non per nascondere, ma per rendere prezioso il dolore, trasformandolo in forza. L’opera celebra la bellezza autentica e il potere dell’identità femminile, al di là delle ferite visibili e invisibili.
In occasione della consegna dell’opera, Federico Guidoni, Presidente di Korian Italia, ha sottolineato l’importanza dell’arte come strumento di cambiamento culturale e sociale. “L’arte ha un potere straordinario: sa parlare alle coscienze, sa emozionare, scuotere, lasciare un segno. È un linguaggio universale capace di generare empatia e consapevolezza. Ed è anche attraverso l’arte che possiamo costruire un cambiamento culturale, necessario e urgente”.
Un messaggio che risuona profondamente con il significato dell’opera stessa, che va oltre la bellezza estetica per diventare simbolo di speranza e forza per tutte le donne vittime di violenza.
L’Arte InGenere – Tu sotto la maschera: quando l’arte diventa voce per chi non riesce a parlare
Nasce da questo stesso spirito l’iniziativa “L’Arte InGenere – Tu sotto la maschera”, promossa da Korian per dare voce alle emozioni che spesso restano inespresse da chi subisce violenza.
L’iniziativa ha avuto un enorme successo, raccogliendo opere straordinarie in tre categorie, ognuna delle quali ha rappresentato un’opportunità di espressione per raccontare queste storie di coraggio, sofferenza e speranza, contribuendo a sensibilizzare e a riflettere sul tema della violenza di genere. A premiare i vincitori è stata Raffaella d’Angerio, Legal, Corporate & Compliance Affairs Manager di Korian, ideatrice di questo progetto.
Nella categoria “Maschera”, dove era possibile presentare opere in diverse forme artistiche (come pittura, fotografia, scultura) il primo premio è stato vinto da Elisa Tomassoni. Al secondo posto si è classificato Danilo Calò e al terzo Elisabetta Lambiase.
Nella categoria “Opera scritta” per elaborati come poesie, storie e racconti che trattano il tema della violenza di genere, il primo premio è stato assegnato a Elisabetta Lambiase, seguita da Angelo Adornetto e Veruska Vertuani.
Nell’ultima categoria, “Installazione”, dedicata alle installazioni artistiche presso le strutture del Gruppo Korian, il primo gradino del podio è stato condiviso dall’RSA S.Giulia e S. Chiara e dall’RSA S. Gabriele. Al secondo posto troviamo RSA Mazzarello e al terzo posto RSA Villa Carla e Residenza Terapeutica Riabilitativa Villa Costanza.
Menzioni speciali:
- Report inGenere: Claudia Aromando, RSA Saccardo
- Storia di fantasia: Carla Soldi, Antonella Rubino, Santo Troia, RSA Crocetta
- Storia su fatti reali: Roberta Tani, Mirella Pitti, Francesca Mastino, Fiorella Ulivieri, RSA il Giglio
- Storia fuori concorso: Luigi di Marco, RSA Frate Sole
- Interpretazione originale logo Korian: RSA Città di Verona
- Storia dedicata al Coraggio di reagire: RSA S. Giorgio
Un futuro che parte da oggi
La consegna dell’opera “Inno a Venere” e il concorso “L’Arte InGenere” rappresentano tasselli di un mosaico più ampio: quello di un’azienda che crede nel potere della cura, dell’arte e della comunità. Korian dimostra come il contrasto alla violenza di genere non sia solo una battaglia da combattere, ma un percorso da costruire insieme, con gesti quotidiani, progetti concreti e una rete umana pronta a sostenere, ascoltare e trasformare.