Quando il benessere necessita di ascolto e supporto
In Korian ogni giorno desideriamo trasmettere un messaggio imprescindibile: per garantire una cura efficace è fondamentale prendersi cura di se stessi.
Un’attenzione indispensabile non solo per le persone che curiamo nei nostri servizi, ma anche per la salute, la soddisfazione e il benessere di ogni
Operatore. Siamo convinti che garantire la giusta stabilità e il miglior equilibrio di queste dimensioni, sia fondamentale per erogare un servizio di qualità. All’interno delle nostre strutture il vero punto di forza è rappresentato dalle Persone: sono loro il vero asset dell’azienda, chiamati a valorizzare le iniziative e le attività di cura per la tutela del benessere di Ospiti e Pazienti.
Da questa esigenza nasce proprio l’idea di sostenere e supportare il benessere psicologico delle proprie persone con l’attivazione dello sportello psicologico, un servizio attraverso il quale Korian vuole prendersi cura delle proprie persone perché ne riconosce il valore e i bisogni. È proprio questo di cui oggi vogliamo raccontarvi, grazie al prezioso contributo della Dott.ssa Simona Seu.
Lo sportello psicologico aziendale di Korian
L’assistenza e il supporto agli Operatori è come detto uno dei punti cardini dell’offerta del nostro Gruppo. Per questa ragione abbiamo deciso di mettere a disposizione un servizio di supporto psicologico per favorire il benessere delle persone protagoniste nei nostri servizi. Il supporto psicologico è un aiuto concreto in tutte le situazioni in cui ci si sente affaticati o a disagio, o in tutte le fasi di cambiamento della propria vita.
Un servizio finalizzato a sostenere le proprie persone: anonimo, gratuito e confidenziale, è garantito 7 giorni su 7 e 24 ore su 24.
Come accedere? Chiamando il numero 800 286 330 oppure accedendo qui alla piattaforma.
Le finalità del servizio: perché tutti abbiamo bisogno di essere ascoltati
L’esperienza di Cura, soprattutto quando rappresenta la nostra professione quotidiana, ci consente di volgere lo sguardo verso la vita attraverso lo scambio con l’esperienza di relazione con la persona che si trova in un momento di fragilità. Il nostro scopo quotidiano è infatti quello di far convogliare tutte le nostre energie verso la soddisfazione di esigenze fisiche e psicologiche, più o meno espresse dai nostri pazienti e dalle nostre pazienti.
Diamo costantemente il massimo per occuparci di loro e dei loro famigliari, nel rispetto del nostro sistema valoriale, che identifica nella fiducia, nella responsabilità e nell’iniziativa il cardine di come ci comportiamo e delle scelte che facciamo. Allo stesso tempo ci aspettiamo la fiducia e il sostegno da chi, come noi, ogni giorno affronta tutto questo.
Ecco, dunque, che la quotidianità lavorativa diventa un banco di prova per sperimentare le nostre risorse e la nostra resistenza, che potrebbero essere messe in discussione di fronte a problematiche sanitarie di estrema complessità. Lo stato di sofferenza delle persone che curiamo e assistiamo potrebbe infatti condizionare fortemente la salute di ciascuno di noi e avere un effetto su un intero un gruppo di lavoro.
Il carico emotivo prodotto da un’esperienza lavorativa di questa portata è inevitabilmente legato alla nostra capacità in primis di essere consapevoli della traccia che in noi lascia il contatto con il paziente e la sua esperienza, in secondo luogo di essere in grado di gestirci di fronte all’impatto con la malattia, la sofferenza e in alcuni casi la morte. Come fare dunque?
Una grande opportunità
Il supporto psicologico rappresenta in questo senso la grande opportunità di usufruire di uno spazio-tempo in cui le persone possono trovare il proprio modo di esprimere liberamente tutte le emozioni che provano durante il loro lavoro.
Questo strumento consente di confrontarsi con un/a esperto/a professionista, che accoglierà le esigenze e bisogni e consentirà di essere riconosciuti nell’impegno lavorativo profuso e nelle emozioni espresse. Offre inoltre il necessario supporto attraverso la comprensione delle difficoltà che ci troviamo ad affrontare quotidianamente, consentendo di godere di un “setting” riservato e dove sarà concesso di essere noi stessi, senza nessun pregiudizio. Durante il confronto con il/la professionista in ascolto ci si potrà inoltre sentire liberi di entrare in contatto con le proprie fragilità, oltre ad essere supportati durante la propria esperienza lavorativa.
Quando è opportuno chiamare e perché non è necessario resistere
Gli indicatori di malessere che dovrebbero portare tutti noi, professionisti e professioniste della salute, a chiedere aiuto presso lo sportello di supporto psicologico sono l’ansia persistente o angoscia fin dal risveglio, insonnia, irritabilità, alterazione dell’appetito, pensieri ricorrenti e ossessivi sul lavoro e/o sui/le pazienti, ma anche paranoia.
Senza sottovalutare che anche il parlare continuamente del lavoro o recriminare spesso su azioni e scelte fatte da noi o dai nostri colleghi o colleghe può mettere nelle condizioni di chiedere aiuto. Non trascurate inoltre il pianto ininterrotto o inibito, i pensieri depressivi e colpevolizzanti e la paura inspiegabile del futuro.
Se chiamerai, per chiedere aiuto, sarai soltanto perché ce la stai già facendo e ora non sei solo.