Da sempre l’obiettivo di Korian è quello di mettersi in gioco con costanza, ricerca e determinazione, per donare salute e benessere ai propri Pazienti, Ospiti e alle loro Famiglie. Dalle persone fragili nelle nostre strutture a coloro che richiedono assistenza e cura attraverso i servizi poliambulatoriali, la nostra mission non solo non ha mai mutato i suoi valori, ma anzi ha saputo evolversi con la finalità di riuscire a rispondere alle sempre più specifiche esigenze  delle Persone che si affidano a noi.

Ed è proprio in questo contesto che riteniamo che a fare la differenza sia stato anche il Positive Care, un approccio alla cura che nasce all’interno del Gruppo nel 2015 per prendersi cura in modo positivo della Persona mettendola al “centro”.

Una filosofia fortemente ispirata al Metodo Montessori e al Metodo Validation, che punta sul rispetto delle caratteristiche e dei bisogni dell’Ospite e del Paziente, attraverso il coinvolgimento fisico, empatico e comunicativo di tutte le aree e figure professionali, grazie anche alle potenzialità delle Terapie Non Farmacologiche.

I punti di forza del Positive Care, al pari delle novità e dei progetti collaterali alle porte, sono dunque molteplici. A presentarceli oggi è il Dott. Luca Maria Munari, Direttore Medico di Korian Italia.

In una società sempre più “attenta” e con maggiori strumenti che le consentono di “giudicare” diventano indispensabili cura e ricerca del dettaglio: quanto è importante per Korian mettere ancora al centro la Persona?
“Per Korian, è bene ribadirlo, la centralità della Persona è sempre stata una priorità. Oggi più che mai è fondamentale guardare al bisogno di salute nella sua complessità  e questo si può fare solo guardando alla Persona in tutti gli aspetti dell’esperienza individuale toccati dalla malattia, dalla prevenzione alla cura al fine vita. E qui non si tratta solo di un’ attenzione al paziente, ma anche ai familiari, che ogni giorno si rivolgono ai nostri servizi e ai nostri professionisti”.

Uno degli obiettivi ambiziosi di Korian è quello di prefigurare l’approccio del Positive Care nel 100% delle sue strutture.
“Negli ultimi due anni abbiamo raggiunto la totalità delle strutture nell’ambito socio-sanitario, e da quest’anno intendiamo estendere il modello Positive Care a tutta la filiera, inclusi i settori domiciliari e a quelli legati alla gestione delle acuzie. Una visione completa, che rappresenta una vera e propria peculiarità di cui solo noi di Korian Italia siamo stati fautori”.

Quali sono le novità e gli obiettivi che si prefigura Korian per il futuro a breve e medio termine?
“Oltre a quanto già detto poco fa, un altro aspetto di cui andiamo fieri e che intendiamo potenziare è quello delle Terapie non Farmacologiche. Anche queste verranno adattate e diffuse a tutti i nostri servizi  e non solo nelle residenze sanitarie. Di fatto non saranno più indirizzate verso una sola fase della vita, ma seguiranno la presa in carico dei bisogni della persona a tutte le età. Gli aspetti chiave su cui lavorare sono soprattutto l’accessibilità ai servizi con informazioni chiare e complete, le modalità di accoglienza di utenti e familiari nelle strutture con percorsi facilitati e intuitivi, la personalizzazione dell’assistenza nella considerazione delle capacità e aspettative individuali e la continuità di cura oltre la dimissione. In questo la comunicazione, l’ambiente fisico, il supporto esteso ai caregivers, ma anche l’approccio aperto ed empatico dei professionisti”.

L’adozione delle terapie non farmacologiche può quindi rappresentare un punto di forza per rispondere alle diverse esigenze e condizioni dei pazienti, considerando la variabilità delle situazioni cliniche e personali.
“Assolutamente sì.  Promuovere l’impiego delle terapie non farmacologiche aiuta, anzitutto gli operatori per trasmetterlo alle Persone assistite, a coltivare una visione non meccanica della cura dove la cosa più importante non è lo strumento (il farmaco, la tecnologia, la prestazione) ma la Persona che lo usa, quindi anche quella che lo riceve. Questo espande il potenziale della relazione attraverso la cura, valorizzando le risorse residue della Persona e mobilitandole per aumentare l’efficacia degli interventi proposti e il mantenersi nel tempo dei risultati ottenuti. Naturalmente qui è centrale il ruolo dei nostri operatori, per i quali realizziamo percorsi di formazione continua su questi aspetti attraverso la nostra Corporate University ”.

Possiamo quindi dire che l’approccio Positive Care supporta l’indipendenza nelle scelte di vita delle persone assistite?
“In effetti è così, in particolare nei soggetti con disturbi cognitivi del linguaggio, non solo anziani, che sono più ricettivi a una comunicazione alternativa a quella verbale  . E a maggior ragione diventa ancora più importante estenderlo a tutte le strutture del nostro network. Tutte le Persone di cui ci prendiamo cura hanno possibilità di ottenere vantaggi dal Positive Care dal punto di vista dell’espressione, della serenità e dell’indipendenza”.

Il 2023 rimarrà infine un anno storico nel percorso di crescita di Korian, grazie anche al riconoscimento di società Benefit. Quanto incide questo aspetto sul lavoro di assistenza e cura?
“Essere Società benefit ci fa sentire ancor più la responsabilità di creare valore attraverso la ricaduta positiva che i nostri servizi hanno sulla salute delle persone. Per questo non ci accontentiamo di “fare” ma siamo impegnati a misurare i risultati del nostro lavoro, e renderne conto anche in termini di impatto sull’ambiente, il sistema sociale, il territorio. In questo la prospettiva del Positive Care  si inserisce pienamente con una visione a 360° della Persona e del suo benessere”.

Mentre per quello che riguarda la tutela e la serenità dei bisogni di caregiver e famiglie?
“Anche questo rappresenta un aspetto da tenere sempre in considerazione. I caregiver sono insieme al Paziente il centro della nostra proposta. Quando viene accolto un Ospite, in realtà, viene accolto anche il suo nucleo familiare. Per questo motivo il caregiver rappresenta da sempre un alleato prezioso nell’approccio positivo ed empatico con. Non solo all’interno delle strutture, ma anche nell’ambiente di vita della persona assistita, come nelle cure domiciliari, coinvolgendo i familiari e caregivers con i quali costruire e mantenere un rapporto di fiducia.

Quanto è importante per una realtà come Korian alzare costantemente l’asticella, ponendosi sempre nuovi obiettivi?
“Credo sia fondamentale non solo  aggiornati ai tempi, ma cercare il più possibile di anticiparli. La Pandemia ha cambiato la società e l’approccio con i Pazienti ma soprattutto ci ha insegnato a non riposare sulla visione del mondo che conosciamo. Per questo è importante guardare sempre al bisogno a cui dobbiamo rispondere senza preconcetti e come una sfida in continuo divenire alla quale farci trovare sempre pronti”.