I professionisti Korian che ogni giorno si mettono in gioco nelle Strutture e nel Management hanno profili, nazionalità ed età molto diversificati.

Sempre impegnata a favore dell’uguaglianza, Korian è particolarmente attenta e sensibile al tema della parità di genere e al riconoscimento delle donne a tutti i livelli. Tanto da aver dedicato, all’interno del macro obiettivo CSR “Prendersi cura di coloro che si prendono cura degli altri”, una sfida molta ambiziosa finalizzata al raggiungimento del 50% di donne nel top management entro il 2023.

In Korian, attualmente l’83% dei collaboratori è composto da donne, il 46% di loro è nel top management. Permane comunque l’impegno di assicurare un equilibrio, a tutti i livelli gerarchici e in tutte le professioni.

Da dove nasce questo desiderio? Come Gruppo vogliamo sempre crescere, affinché tutti i dipendenti possano sviluppare le loro competenze, realizzarsi e migliorare nel proprio percorso professionale. A pari competenze, le donne devono per esempio avere le medesime opportunità di promozione degli uomini.

È innegabile quindi che Korian sia un’azienda vicina alle donne, attenta al fatto che ognuna di loro possa rappresentare un valore aggiunto, soprattutto in un’organizzazione che guarda costantemente alla salute e al benessere della Persona.

Valori fondamentali che emergono nelle risposte forniteci da Antonella Ferioli, Communication e Marketing Manager del Gruppo Korian.

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Korian si è posta l’ambizioso obiettivo di “prendersi cura di coloro che si prendono cura degli altri”. Cosa significa?

“È un aspetto cardine della nostra politica di CSR. Per noi significa avere obiettivi precisi e specifici di attenzione nei confronti dei nostri Operatori, il vero valore aggiunto del Gruppo. Tutti, dal primo all’ultimo. Coloro che si prendono cura delle persone nelle strutture, ma anche coloro che si occupano della definizione di iniziative, progetti e servizi che rendono Korian un’eccellenza nel proprio settore. Per questo abbiamo sempre pensato ad attività disegnate su misura in base alle loro esigenze. Durante la pandemia, per esempio, abbiamo attivato un servizio di supporto psicologico telefonico per tutti gli Operatori che sentissero l’esigenza di parlare con un esperto. Oppure abbiamo predisposto una campagna di veicolazione di numeri telefonici esterni a Korian per il supporto a donne che sono state vittime di violenze. Iniziative che reputavamo e reputiamo imprescindibili”.

In questa mission c’è un punto chiave finalizzato al raggiungimento del “50% di donne nel top management entro il 2023”. Vuole spiegarcelo?
“La mia militanza in Korian è lunga e testimonia che da sempre la maggioranza del personale del Gruppo è femminile. Se però diamo uno sguardo al top management, riscontriamo una maggior presenza di professionisti di sesso maschile. Da qui nasce l’obiettivo di sviluppare un equilibrio funzionale. Onestamente non credo sia difficile, in quanto siamo supportati dalla nostra azienda, tutti consapevoli della grande opportunità che insieme possiamo raggiungere”.

Una sfida ambiziosa. Quali sono gli step che vi siete prefissati?
“Si tratta di un percorso ovviamente graduale. Questo perché parliamo di una sfida contraddistinta da numerosi aspetti e fattori differenti, alcuni esterni all’azienda”.

Perché secondo Lei, nel mondo del lavoro, ci sono molte donne nel personale e poche nel Management?
“Come dicevo, spesso il problema non nasce dalle Aziende, ma da fattori esterni. Un esempio pratico? In Italia manca un supporto alle mamme lavoratrici. Non c’è la giusta percezione nel trovare un equilibrio tra essere mamma e avere del tempo per fare carriera in azienda. La carriera in Italia richiede una disponibilità molto più ampia, e molte mamme non possono fornire determinate garanzie. Se esistessero dei servizi a supporto, per esempio un aiuto nella gestione dei figli come avviene in altri Stati, probabilmente avremmo molte più donne manager ai vertici. Il problema sta nell’offrire opportunità concrete alle donne per fare carriera”.

Reputa che la possibilità di aumentare la presenza di donne nel Top Management possa incoraggiarne altre ad intraprendere una carriera dirigenziale?
“Mi piace pensare che le donne possano portare sempre più entusiasmo in tutto ciò che fanno trasmettendolo a chi gli sta intorno. Forse manca ancora il contesto che garantisca loro una managerialità mentale, un salto necessario su cui bisogna migliorare assolutamente, e ovviamente la giusta consapevolezza”.

Quanto possono incidere le attività di formazione?
“Sono importantissime. Credo tantissimo nell’ascolto e nella partecipazione. Anche se spesso manca consapevolezza nelle proprie capacità. Le donne a livello strategico hanno abilità straordinarie, ma occorre comprenderlo. Tutte ce la possono fare, ma devono sempre averlo ben chiaro in testa”.

Reputa che il confronto tra donne di età differenti e con diversi livelli di esperienza permetta una continua crescita professionale nel mondo Korian?
“Lo credo fortemente. Reputo che portare avanti esempi concreti di donne da cui apprendere sia indispensabile. Avere la possibilità di guardare in maniera trasversale al proprio percorso è molto arricchente. All’interno di Korian vi è un continuo confronto, tanto orizzontale tra persone con diversi background, quanto verticale tra uomo e donna, e tra diversi ruoli e categorie professionali. E da qui occorre partire”.