Positive Care: la cura passa (anche) dai piccoli gesti
Dal 2015, Korian mette in campo un approccio di qualità che mira a supportare pazienti, caregiver e dipendenti a 360 gradi. L’obiettivo è ambizioso: portare il Positive Care in tutta la filiera dei servizi entro il 2024
Maria Montessori e Tom Kitwood: la radici del Positive Care
Rispetto, autostima, gioia di vivere, capacità e voglia di mettersi in gioco: sono questi alcuni dei valori che Korian vuole trasmettere tramite il Positive Care, l’approccio di qualità che mira a supportare le persone – pazienti, caregiver, ma anche dipendenti – continuamente e in modo sostenibile.
Un modus operandi che va oltre l’assistenza ‘tecnica’ e trova le sue radici storiche in due personaggi che hanno fatto la storia dell’educazione e dell’assistenza: Maria Montessori e Tom Kitwood. L’approccio montessoriano, infatti, mette la persona al primo posto e presta molta attenzione alle sue preferenze, personalità e capacità. Uno degli obiettivi stabiliti da Montessori è proprio quello di incoraggiare, per quanto possibile, le persone a compiere da sole gli atti della vita quotidiana. Un filone seguito, tra gli altri, anche da Kitwood, padre dell’approccio centrato sulla persona e sui “bisogni umani fondamentali”: inclusione, identità, conforto e rassicurazione, attaccamento al luogo e all’ambiente sociale, occupazione.
Da qui, il Positive Care che Korian ha deciso di sposare e che, come vedremo, permea tutte le attività di “cura” che gli operatori svolgono ogni giorno.
Cosa significa Positive Care per Korian?
Korian ha iniziato a ‘sperimentare’ la filosofia Positive Care nel 2015 grazie alla collaborazione tra rappresentanti di 7 Paesi. Ciò che guida l’approccio alla cura del gruppo è quindi una filosofia improntata al prendersi cura della persona in maniera positiva. L’obiettivo è quello di porre al centro di tutto la persona stessa, rispettandone le caratteristiche, i bisogni e i desideri.
Per Korian – che nel 2023 è diventato il primo primo operatore sanitario e socio-sanitario ad adottare lo status di Società Benefit – la centralità della persona è sempre stata un valore imprescindibile. La parola “Persona” abbraccia tutti coloro che quotidianamente attraversano le strutture e usufruiscono dei servizi, rappresentando il cuore pulsante della missione aziendale dell’azienda. E, per farlo, Korian coinvolge attivamente tutte le figure professionali che popolano le sue strutture, superando così i confini della parte clinica o sanitaria, per garantire, a ogni paziente o caregiver, un approccio completo e olistico.
Positive Care: parola allo specialista
A parlarci dell’importanza del Positive Care è Gaetano Mancuso, Responsabile Medico della RSA Santa Lucia di Milano.
“Il Positive Care è, a mio avviso, la base della medicina del presente. È un approccio necessario per tutti i sanitari che intendono approcciare al paziente fragile e ai percorsi degenerativi, poiché l’empatia, la trasparenza, l’approccio inclusivo influenzano fortemente la cura e in generale la vita del paziente, ma anche del caregiver e senz’altro anche del personale stesso. Credo che sia l’evoluzione ottimale dell’idea Bio-Psico-Sociale delle diagnosi mediche, che dichiarava l’origine di una patologia come l’avvicendarsi di una componente biologica, una parte psicologica e un setting sociale. In questo caso, l’evoluzione sta nella cura stessa, in cui le aree psicologica e sociale sono fortemente influenzate dal team di lavoro e dalla capacità di interagire con il malato e con la famiglia. In breve, il mio sorriso, il mio modo di parlare, il mio modo di coinvolgere il paziente e chi lo circonda, sono “potenti” quanto le compresse che decido di somministrare o gli esami che decido di prescrivere”.
Un approccio che cambia la vita quotidiana del paziente, ma anche del medico stesso, così come spiega Mancuso: “Il mio lavoro non è più il convenzionale “visita e prescrivi” o “esamina e diagnostica”, ma un completo approccio multidisciplinare in cui viene interpellato un pool di professionisti e di attori. Tra questi vengono giornalmente inclusi, oltre ai noti infermieri e fisioterapisti, anche educatori, operatori di nucleo, parenti e ospiti stessi. Non nego che questo approccio modifica totalmente la “terapia” e il percorso in struttura. C’è molto più dialogo che farmacologia, il tempo è maggiormente dilatato, ma lo è anche la possibilità di gestione delle criticità, che onestamente sono sempre meno evidenti e caratterizzate da una più elevata facilità di risoluzione. Il caregiver più ingaggiato, l’ospite più consapevole e il team di lavoro più allineato producono un ambiente più sereno e più “semplice“.
‘Prendersi cura’ a 360°: le Terapie Non Farmacologiche
Un punto di attenzione molto importante, quando si parla di Positive Care, sono le Terapie Non Farmacologiche. Le Terapie non Farmacologiche sono strumenti di cura complementari che hanno lo scopo di sostenere ed attivare le potenzialità residue dell’individuo. Si caratterizzano per il coinvolgimento attivo della persona, agendo sulle sue sfere cognitiva, comportamentale, sensoriale, emozionale e relazionale.
Gli obiettivi si legano direttamente al mantenimento delle abilità e della partecipazione alle attività della vita quotidiana. L’importante è non fare sperimentare alla persona fragile sensazioni di fallimento ed inadeguatezza: non sentirsi giudicato, corretto, interrotto, ma lasciare che possa esprimersi anche se ciò dovesse avvenire in assenza di comunicazione.
Le TnF presenti nelle strutture Korian sono efficaci strumenti che hanno l’obiettivo di stimolare differenti capacità. Le Terapie e attività come Reminiscenza, Memory-cards, Empathy box, Reality Orientation Therapy (ROT) agiscono sulle capacità cognitive e sensoriali. Su quelle cognitive-motorie è importante l’azione di Silverfit e Formacube, senza poi dimenticare Doll Therapy, Musicoterapia ed Arteterapia che hanno l’importante ruolo di contenimento dei disturbi del comportamento come wandering, affaccendamento, aggressività, agitazione psicomotoria, allucinazioni e deliri.
Sono quindi attività diverse tra loro che garantiscono un benessere alla persona e la aiutano ad affrontare i momenti di difficoltà, garantendole maggiore tranquillità e serenità, anche nei rapporti con il personale.
Come mettere in pratica il metodo Positive Care?
Negli ultimi anni, Korian ha inoltre intensificato il proprio impegno nel settore sanitario, dove la cura del paziente richiede una crescente attenzione. Qualche esempio? L’accoglienza è il primo, fondamentale approccio per rendere le persone ‘a proprio’ agio. Ma poi intervengono elementi come l’empatia o, ad esempio, le modalità tramite cui si comunica una diagnosi.
“Le attività che rispecchiano maggiormente questo approccio sono quelle che mettono al centro gli ospiti con i loro desideri, rendendoli protagonisti attraverso quello che possono ancora dire, dare e trasmettere – spiega Silvia, educatrice professionale socio pedagogica -. Attività che si adattano alla persona e al singolo, che non sono uguali per tutti e soprattutto che anche se uguali adottano una modalità di coinvolgimento e partecipazione differente per ogni persona. Ci sono attività educative di stimolazione/ riabilitazione e ci sono attività socio relazionali che, anche se non prettamente sanitarie, hanno un ruolo fondamentale nella vita quotidiana delle persone, soprattutto di quelle più fragili. L’uomo è un animale sociale, non si Può prescindere da questa dimensione se ci si vuole prendere cura di una persona. Le attività sociali si integrano a quelle sanitarie nel percorso di Positive Care e sono frutto della congiunzione, dell’apertura e del continuo confronto con lo staff sanitario. Spesso l’osservazione di un medico può essere spunto per provare ad avviare un particolare tipo di intervento”.
Anche l’ambiente ha un peso importantissimo nel formare la ‘percezione’ e il benessere degli utenti. Piccole azioni che servono a consolidare il legame di fiducia tra l’utente e Korian.
“Altro aspetto fondamentale nel day by day è sicuramente l’ambiente – spiega Silvia -. Un ambiente che possa essere rassicurante e sicuro, accogliente e familiare, inclusivo e rispettoso della persona e anche dei suoi momenti di fragilità. La relazione può essere formulata anche attraverso elementi di contesto che possono essere dati dall’attenzione all’inquinamento acustico, dall’ascolto musicale adattato nei vari momenti e fasi di vita quotidiana, da elementi che siano familiari come gli arredi, una foto in camera. Tutto questo è un contorno fondamentale da cui non si può prescindere in un approccio positive. Attenzione agli elementi sonori e visivi-cromatici che ci circondano, attenzione alla personalizzazione degli spazi dedicati ai singoli ospiti, attenzione a spazi sicuri”.