Komal, una storia di riscatto e rinascita
L’impegno di Korian per sostenere le donne, dipendenti e non solo
Il Korian Women’s Club, il gruppo internazionale di lavoro di donne per le donne, parte di Korian Italia e Clariane Group, è un vero fiore all’occhiello per il Gruppo, che opera a beneficio della comunità e, in particolare, a favore delle donne e del loro empowerment in tutte le sue forme: dalla valorizzazione della donna al lavoro, dal supporto medico, all’aiuto morale e materiale a donne vittime di abusi e violenza. Nel suo operare con queste finalità, capita di avere l’occasione di incontrare storie e donne particolari, che possono lasciare messaggi positivi a partire dalle loro vicende particolari.
È il caso di Komal, una ragazza straniera che oggi vive nel bresciano e che, grazie all’incontro verso la fine del 2023 con Catia Piantoni, Presidente del Korian Women’s Club, ha potuto dare un’ulteriore svolta alla sua vita segnata da una situazione dolorosa. Catia conosce Komal e viene colpita dalla sua forza d’animo e dal suo coraggio.
La filosofia del ‘prendersi cura’
In Italia da quando aveva 8 anni, Komal, 29 anni, con la sua famiglia è perfettamente inserita sia nella comunità locale che nella comunità d’origine, molto numerosa sul territorio. Dopo il liceo e le prime esperienze lavorative, si sposa e si trasferisce a casa dello sposo, suo connazionale, che vive con la sua famiglia in un’altra regione. Il matrimonio purtroppo naufraga dopo pochi mesi e, a seguito di un tragico episodio che l’ha sfigurata parzialmente in volto e su buona parte del corpo con gravi ustioni, Komal torna dalla sua famiglia.
Dopo un lungo periodo di degenza presso il Centro Grandi Ustioni di Padova, successivamente si fa seguire ad Esine dal dottor Faini e il suo team. Komal, nonostante tutto, decide di ripartire e dare il via al suo percorso di rinascita, “alla sua seconda vita”, come la definisce lei. Supportata dall’amore della mamma e della sua famiglia, Komal, nonostante un corpo pieno di cicatrici e di dolore, decide di affrontare la vita da protagonista e non da vittima, dimostrando che è possibile ricominciare ed essere felici malgrado tutto. Inizia così un lungo percorso di riabilitazione e cura, con numerose operazioni.
Catia, colpita dalla forza della ragazza, decide di provare ad aiutarla ulteriormente facendole incontrare il dottor Gaetano Mancuso, medico specialista della Residenza Vittoria di Korian a Brescia. Il dottore reputa opportuna un’ulteriore visita e la indirizza presso la Clinica Korian Leonardo di Vinci, una struttura specializzata nella cura delle donne. Qui Komal incontra il prof. Marianelli, esperto di medicina estetica, che conferma alla giovane che le terapie e le cure portate avanti ad Esine sono tutto ciò di cui aveva bisogno e che, per il momento, tutto ciò che poteva essere fatto, era fatto con molta cura.
Una storia di riscatto raccontata attraverso l’arte
Forte di questa ulteriore conferma, Komal decide di essere sempre più un segno di riscatto per altre ragazze e, in generale, per persone segnate da dure prove della vita.
Si rafforza così anche l’amicizia con Catia Piantoni, che, oltre ad essere Presidente del Women’s Club Korian, è anche membro attivo de La Rete di Dafne, associazione impegnata concretamente contro la violenza di genere. Anche Komal diventa volontaria e oggi aiuta altre donne in difficoltà a trovare il proprio riscatto.
Sempre grazie a un colloquio con Catia, Komal esprime un desiderio: far diventare le proprie cicatrici un’opera d’arte, un segno di forza e di rivincita. Piantoni racconta quindi la storia di Komal all’artista Patrizia Fratus, che stava organizzando una mostra dedicata proprio al tema delle Eve contemporanee. L’incontro tra le due porta i suoi frutti: Patrizia, anch’ella colpita dall’energia di Komal, le dedica un’opera, rappresentandola come una moderna Venere di Botticelli, una Eva ricoperta di cicatrici su tutto il corpo, evidenti, in rilievo, che hanno trasformato la sua figura, ma anche il suo animo, rendendolo più forte e coraggioso.
Patrizia è un’artista multimaterica dalla forte sensibilità, che lavora anche presso alcuni centri antiviolenza per aiutare altre donne attraverso l’arte. Il suo lavoro intende l’arte come strumento di sperimentazione intellettuale ed empirica di consapevolezza, autosufficienza e autodeterminazione, strumenti necessari per l’emancipazione umana.
Komal: “Nel momento del bisogno ho sentito vicino a me tutto l’amore delle persone che avevo accanto”
Oggi Komal è felice, fa la mediatrice culturale, supporta la sua comunità di origine seguendo i bambini al doposcuola, aiuta i suoi connazionali nelle pratiche amministrative. E in più, si è candidata alle elezioni comunali di inizio giugno, a dimostrazione ulteriore della sua voglia di lasciare un segno.
La storia di Komal dimostra la forza e la bellezza di fare rete anche attraverso uno sguardo d’attenzione e cura verso la comunità che ci circonda. L’impegno di Korian a beneficio della Comunità, dei territori e delle persone che li abitano si manifesta anche attraverso storie come queste, che spronano a perseguire su questa strada.